Come il cervello mappa le nostre emozioni. Studio della Scuola IMT pubblicato sulla rivista internazionale Nature

C’è un’area del nostro cervello che raccoglie la mappatura delle nostre emozioni. Di tutte le nostre emozioni. Tre centimetri di diametro per l’esperienza emotiva di un’intera vita: dalla gioia alla rabbia, dalla tristezza all’euforia, passando per la malinconia. Ce lo spiega un recente lavoro del gruppo di ricerca del Molecular Mind Laboratory (MoMi Lab) della Scuola IMT Alti Studi Lucca, guidato dal Professor Pietro Pietrini. Lo studio dal titolo “Emotionotopy in the Human Right Temporo-Parietal Cortex” è stato pubblicato questa mattina sulla prestigiosa rivista internazionale Nature Communications, tra le prime riviste scientifiche al mondo.

Giada Lettieri, giovane dottoranda della Scuola IMT, insieme ai suoi collaboratori, ha scoperto come il nostro cervello – in particolare una sua regione chiamata giunzione temporo-parietale destra - sia in grado di rappresentare topograficamente la complessità di quanto proviamo: quali emozioni sentiamo in un preciso momento e quanto intensamente le percepiamo. Il meccanismo sarebbe più o meno lo stesso di funzioni base come vista, udito, olfatto, gusto, tatto.

Le emozioni come i sensi? Storicamente, filosoficamente anche, le emozioni sono sempre state considerate come una facoltà umana altra e “alta”. L’aspetto emotivo è sempre stato visto come qualcosa di diverso dall’aspetto cognitivo. L’assunto di partenza della ricerca è stato esattamente il contrario: e se invece i principi che governano la percezione delle emozioni fossero uguali o molto simili ad altri, a quelli della percezione attraverso i sensi, ad esempio?

La squadra di ricerca aveva ragione. E un film iconico come Forrest Gump è venuto loro in aiuto. Immaginate 15 persone davanti al film: durante la visione, questi 15 soggetti dovevano riportare minuziosamente, scena per scena – attraverso l’utilizzo di un software studiato ad hoc – le emozioni corrispondenti e quanto fossero più o meno forti, in una scala da 1 a 100.

Nel frattempo, una quindicina di persone in Germania, erano già state coinvolte nella visione dello stesso film, ma durante risonanza magnetica funzionale, che permette di monitorare l’attivazione cerebrale. Grazie all’open science, che favorisce la condivisione dei risultati tra gruppi di scienziati in tutto il mondo, i ricercatori hanno confrontato i dati comportamentali di un gruppo con quelli cerebrali dell'altro gruppo, potendo così dimostrare che ci sono regioni cerebrali in grado di predire gli stati d’animo che ci coinvolgono in un esatto momento, restituendoci la mappa della nostra esperienza emotiva. Uno sviluppo fondamentale per la comprensione delle abilità sociali dell’essere umano.

"Lo studio dei correlati cerebrali dei fattori elementari che modulano intensità e qualità delle emozioni ha importanti implicazioni per la comprensione di quello che accade quando le emozioni si ammalano, come nella depressione e nelle fobie. Questi studi stanno avvicinando la psichiatria alle altre branche della medicina" ha commentato il Prof. Pietrini, psichiatra e coautore della ricerca.

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Emotionotopy in the Human Right Temporo-Parietal Cortex
Giada Lettieri, Giacomo Handjaras, Emiliano Ricciardi, Andrea Leo, Paolo Papale, Monica Betta, Pietro Pietrini and Luca Cecchetti - doi: 10.1038/s41467-019-13599-z.

Giovedì 5 dicembre 2019 - 11:18